the Golden Boy

the "GOLDEN BOY" CE LO ABBIAMO SOLO NOI!

L'unico atleta degli "italian roller games" (le olimpiadi del pattinaggio nazionale), ad aver partecipato a tre diverse discipline delle 9 in programma (i più spavaldi arrivano a due, nella convinzione, forse agli atti non esatta, che per eccellere occorre specializzarsi in una cosa sola), per un totale di 9 gare di specialità, spesso anche totalmente diverse fra loro, ed è l'unico che sia riuscito a salire sul podio di tutte le 9 gare cui ha partecipato.

Questo risultato ha del fantascientifico, ed è vanto della Rollershow poter dire di aver avuto tanto ardire e cotanto successo, in generale per tutta la squadra, ma in particolare per il suo capitano e alfiere.


LE MEDAGLIE DI FREESTYLE:
Ha esordito con le gare di roller-cross piazzandosi terzo, e già qui tutta la squadra era eccitatissima (anche perchè ai regionali, uno scivolone in finale lo aveva relegato al 4° posto), e poi un'altro bronzo nella gara di salto in alto "free jump" abbastanza inaspettato, considerando che anche ai regionali fece bronzo (con però lo stesso vincitore, un padovano specialista) e,  ribadire la medaglia ai roller games, con atleti giunti dalla val d'Aosta alla Sicilia (nella stessa pista e giornata in cui si è anche registrato il nuovo record mondiale nei senior), sembrava osare troppo! Ma Pietro è uno che osa e che non teme di farlo, ed ha saltato 120cm con l'agilità di un furetto. A dirla tutta ha saltato anche i 125, ma poi cadendo in atterraggio. Con questa altezza sarebbe stato argento, ma con 120 a parimerito, per un conteggio matematico del regolamento, è finito terzo... un regolamento che sarebbe un po' da rivedere in vari aspetti, perché non disegna una classifica veritiera (lo abbiamo visto anche con Alessandra Carpentiero 4° per lo stesso motivo, ma sicuramente meritoria dell'argento), poiché si conta il numero di salti e non l'altezza effettivamente raggiunta, salendo con l'asta di 5cm in 5cm, si può sbagliare e far cadere l'asta di tanto, oppure di un soffio. I nostri atleti sempre di un soffio, per tutti i tentativi; cosa che non si può certo dire degli avversari, che invece a causa dello stress psicologico, abbattevano la bacchetta con varie parti del corpo come ginocchia o addirittura stinchi.
Diverso sarebbe stato se ad un certo punto arduo della gara, si fosse salito di 2 o 3 cm invece che 5, perché quando arrivi ad un certo punto, salire di 5 è come scalare l'Everest. 
E cosa dire dei salti riusciti con caduta? Non sarebbero essi più meritori a pari merito, di uno che l'altezza non è riuscito a superarla mai?

Ragionamenti di questo tipo a parte, la gioia per un secondo bronzo consecutivo è stata immensa... e sul podio c'era Pietro, con due volti diversi dal podio precedente...

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LE MEDAGLIE DI DOWNHILL:
E poi dopo due settimane si è tronati in Romagna a San Marino per le gare di downhill, e qui... asso piglia tutto!

4 ori su 4 gare, ed ancora facce diverse dalle precedenti.

Vincendo a mani basse su tutto, Pietro ha voluto cimentarsi in sfide trasversali con le altre categorie, ed anche qui il giochino ha sorriso al nostro capitano. Addirittura registrando una velocità di punta "all'autovelox" di gara (top-speed) superiore a quella dei senior dove garaggiava l'ex compagno di squadra Renato Pennuti, che con Rollershow vinse il titolo di campione del mondo 2018. Ad onor del vero va detto che la pista utilizzata per le categorie giovanili era semi dritta e dunque più veloce di quella dei senior, che aveva molte curve (che rallentano la velocità di punta), ma tuttavia è un segnale molto forte ai signori senior che questo "golden boy" quando crescerà darà filo da torcere al gotha mondiale del circuito di discesa libera.

Quindi per Pietro 4 maglie tricolori su Top-speed, cronometro, border cross e staffetta (con i compagni di squadra Alessandra e Scilla).

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LE MEDAGLIE DI SLALOM:
Ma non è finita qui. Dopo due settimane ecco Pietro di nuovo a San Marino, in un altro percorso, per affrontare altre facce totalmente diverse dalle precedenti; così diverse, che questi ragazzi nemmeno sapevano dell'esistenza di gare di salto o di freestyle, rinchiusi in un mondo tutto loro fatto di pali e bastoncini e sport di montagna. I ragazzi dell'apline inline slalom!

Dei veri e propri fenomeni, specialisti e campioni di scivolamento sui piedi e racchette con le quali abbattere i pali (un gesto tecnico che richiede anni di esperienza). A rendere ancora più aggravante la sfida, la categoria: in questo sport, Pietro non è più all'ultimo anno di categoria allievi, bensì al primo di categoria juniores, trovandosi cioè di fronte ad atleti più vecchi (ed esperti) di anche 2 anni e ormai considerati di categoria maggiore e papabili per il CT della nazionale per la convocazione ai mondiali. 
Sapevamo che Pietro era forte, ma questa impresa sembrava troppo grossa anche per lui... e invece... bronzo! Ancora un bronzo in combinata alpina (una gara che somma i tempi di slalom speciale e gigante). 
Le facce cambiano, la disciplina cambia, la categoria cambia; ma pietro è sempre lì... incollato al podio, che non lo sposta nessuno!

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Il giorno seguente la gara di slalom gigante, si preannunciava appetibile per il 4 volte tricolore di downhill essendo una gara più veloce, ma... i concorrenti lo sono altrettanto. Eppure dopo la prima macnhe, la sopresa che arriva dal lago di Garda lascia tutti basiti, registrando il tempo migliore! Questo costringe gli avversari a tentare il tutto e per tutto e rischiare l'osso del collo per riprendere in mano la situazione: ne va anche dell'onore del movimento alpine, se uno sconosciuto provveniente da altre discipline, di un club che si allena in alpine forse 10 volte l'anno, si porta a casa l'oro.

La botta d'orgoglio ed il rischiare tutto, porta ad un atleta bellunese il colpaccio di sorpassare in seconda manche il golden boy... poco importa se di soli 0,09 secondi (uno sbattito di ciglia) ma l'onore degli sciatori è salvo. E comunque, visto che l'argento mancava alla collezione di Pietro, la soddisfazione è altissima... anche perchè, anche in questo caso... facce sul podio diverse; solo Negrini c'è sempre.

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All'indomani slalom speciale... roba da sciatori puri... stavolta dai... non era possibile che ancora golden boy ci mettesse lo zampino... e sarebbe un record ineguagliabile: 9 medaglie su 9 gare disputate agli IRG è una cosa che nemmeno si poteva immaginare. Coronare una impresa simile sembra un sogno lontano.

Ma qualche volta i sogni si avverano e il destino per "legge di compensazione" equilibra le cose a modo suo.

Dopo la prima manche Pietro risultava comunque 4° (che è già tanta roba), ma come tempi lontano dal podio (meno di un secondo, ma a quei livelli è un distacco difficile da colmare).

Ed ecco che lo stesso atleta di Belluno oro della giornata precedente, ritenta il colpaccio del giorno prima, rischiando il tutto per tutto, per scavalcare il leader di classifica, solo che questa volta il "rischiatutto" che soffiò l'oro in gigante a Pietro, va male, esce da una porta, deve risalire per rientrare in porta, e così perde un sacco di tempo e poi arriverà ultimo di una lunga classifica di campioni specialisti, lasciando libero un gradino del podio dove Pietro, inesorabile e senza errori di percorso, si è inserito. E con questo il record è fatto!!!


UN PRIMATO INEGUAGLIABILE:
Con questi IRG la Rollershow ha davvero dato il meglio di sé, e nonostante un golden boy al suo interno, la squadra è piena di campioni ed atleti di alto lignaggio, tantè che il mega apporto di 9 medaglie di Pietro, è pari solo al 5% del bottino totale societario, ma ciò non toglie che dei tanti primati raccolti, questo di avere l'unico atleta che ha preso podio in tutte le gare disputate e così tante e così diverse, è uno di quelli ineguagliabili, anche per chi in futuro si attrezzerà e vincerà i prossimi IRG degli anni a venire.


Ma parliamo un po' della sua storia in carriera:

Pietro Negrini, è di San Martino della battaglia, studia al liceo di Montichiari e pattina con la Rollershow dal 2017.

Conosciuto nel 2016 quando la squadra andò per qualche sessione di allenamento alla pista parrocchiale del suo paese, in quella occasione si presentò un ragazzino con ai piedi dei pattini giocattolo, che quasi, quasi, riusciva a stare dietro ai suoi coetanei più esperti e meglio equipaggiati, con una certa sicurezza. Il D.S. Bavieri, quale eccezionale talent-scout, si è subito adoperato per andare a cercare e parlare con i genitori affinchè lo facessero entrare in squadra e partecipare ai primi "gravity games" di Peschiera che si sarebbero tenuti quella stessa fine d'estate. "ci penso un'attimo e ti telefono per farti sapere cosa abbiamo deciso" rispose mamma Sara.

Quell'attimo, durò tipo un'anno e mezzo... ma Sara chiamò dicendo: "ok, ci stiamo!"

Da quel "ci stiamo" sono passati anni, ma da subito Pietro si è imposto all'attenzione alla sua prima gara in carriera, vincendo il campionato regionale 2019 di roller cross categoria ragazzi, poi l'argento ai nazionali AICS di skate slalom e il 6° posto ai campionati italiani FIRS di Pordenone.

LEALTA' PREMIATA:
Nello stesso anno, c'è stata la dispora e la scissione del club in due entità. 
Negli scissionisti sono confluiti praticamente tutti gli atleti grandi, anche per non doversi trovare poi ad allenarsi con i piccoli, perdendo in prestazioni. Tutti tranne le sorelle Dalla Vecchia e Botti (che però hanno propri percorsi di allenamento laterali) e Pietro!

Il coach Bavieri, conscio della responsabilità che questo comportanva nei confronti del lealista Pietro, inserito in un team composto soprattutto da ragazze più giovani e da piccoli, dove il mood era "ricominciamo dal vivaio a costruire una squadra competitiva", si era preoccupato che questo riassetto societario non comportansse uno svantaggio per un talento ed un'animo puro come questi. 
Infatti un atleta di alto rango ha bisogno di avere dei pari in allenamento, per progredire, e non è possibile dormire sugli allori o vincere facile in allenamento se si vuole poi fare performances a livelli nazionali.

Una preoccupazione fondata, che non è stata presa sottogamba (anche perchè la lealtà va ripagata con la stessa moneta), ed alla quale le strategie adottate dal D.S. sono state efficaci e funzionali.

Va detto che le chiusure forzate del 2020 con una stagione agonistica saltata quasi a piè pari, hanno aiutato questo processo, che prevedeva un programma a medio termine, con un periodo dedicato a far crescere un pool di numerosi atleti di livello medio/alto dai piccoli (che tanto crescono in fretta), e poi una volta raggiunto questo, utilizzare questi atleti di valore come "lepri" che a turno hanno il compito di "massacrare" Pietro per tenerlo sempre attento e vivo e affaticato.

Adesso che siamo riusciti a produrre un pool di ragazzi di altissimo livello (e pensare che ci si accontentava di un pool medio/alto), ed un golden boy, possiamo finalmente, e con sospiro di sollievo, affermare che il piano è ben riuscito, e che ora possiamo solo che procedere in questa direzione, anche perchè "squadra che vince, non si cambia".


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